Secondo gli storici degli scacchi il Chaturanga è l’antenato degli scacchi di tantissimi altri giochi che utilizzano una tavola con delle caselle per i movimenti: quando è nato e come si giocava.
Ancora oggi gli Scacchi sono il gioco da tavolo per eccellenza, l’unico che può godere di un lignaggio quasi nobiliare e che viene utilizzato come strumento di valutazione dell’intelligenza dei suoi partecipanti. I campionati mondiali hanno una lunga tradizione e per diverso tempo i campioni di scacchi sono stati celebrati quasi quanto gli sportivi.

Per comprendere l’importanza e la complessità strategica di questo gioco vi basti pensare che i primi computer furono addestrati al ragionamento proprio con gli scacchi e messi alla prova contro i campioni di questi gioco. Le regole moderne di questo gioco sono state fissate nel XVI secolo (nel 1400 d.C.) ma il gioco era diffuso nell’Europa medievale già nell’XI secolo.
Le origini del gioco si perdono nella storia, gli arabi vi giocavano già prima della venuta di Cristo e prima di loro vi giocavano già i Persiani, i quali lo diffusero lungo tutto il loro dominio facendolo conoscere anche alle antiche popolazioni occidentali. Secondo studi più recenti i Persiani appresero le regole di questo gioco in India, dove il gioco veniva chiamato Chaturanga.
Come si giocava a Chaturanga: le regole dell’antenato degli scacchi
Oggi gli studiosi di storia degli scacchi sono concordi nell’individuare nell’antico gioco indiano l’antenato comune di tanti giochi da tavolo diffusi nel mondo, oltre agli scacchi moderni indiani e quelli occidentali ovviamente, il Chaturanga sarebbe l’antenato dello xiangqi cinese, del janggi coreano, dello shogi giapponese, del sittuyin birmano, del makruk tailandese e dell’ouk chatrang cambogiano.

Le prime tracce scritte in cui viene citato apertamente questo gioco risalgono al 625 d.C. (nell’Harsha Charitha di Banabhatta), tuttavia si ritiene che un primo riferimento indiretto sia contenuto nel Vasavadatta, risalente ad un periodo storico compreso tra il V ed il VII secolo a.C., inoltre nel sito archeologico di Lothal – risalenti al 3000 a.C. – sono stati ritrovati dei pezzi che potrebbero far parte di un’antica scacchiera.
Sebbene le origini di questo gioco si perdano nell’antichità, sappiamo che Chaturanga è una parola composta Bahuvrihi che significa “Avere quattro parti o arti”. Il riferimento è ai quattro schieramenti disponibili nel Chaturanga: Elefanteria, Carri, Cavalleria e Fanteria. Il richiamo è alla guerra sul campo di battaglia, visto che gli antichi eserciti indiani erano proprio composti da questi 4 schieramenti.
Lo scopo del gioco è quello di rendere il Re nudo e successivamente impedirgli qualsiasi movimento, dunque come nel gioco giunto fino a noi “Fare scacco matto al re”. Il re rimasto “nudo” ovvero solo sulla scacchiera, può comunque continuare a giocare e rendere nudo l’altro re, portando i due contendenti ad un pareggio.
A differenza della scacchiera moderna, quella del Chaturanga presentava dei segni utili per un altro gioco che nell’antenato degli scacchi rappresentavano i punti che le pedine non potevano raggiungere.
Per quanto riguarda i movimenti, pare fossero i seguenti:
- Raja (Re): si muove di un passo in ogni direzione.
- Mantri (Ministro): si muove in diagonale in ogni direzione.
- Ratha (Carro): si muove in verticale e in orizzontale esattamente come una torre negli scacchi.
- Gaja (Elefante): le fonti indicano tre possibili mosse. Due caselle in qualsiasi direzione saltandone una, Un passo in avanti o in diagonale in qualsiasi direzione oppure due caselle in qualsiasi direzione ortogonale (verticale o orizzonatale).
- Asva (Cavallo): si muove ad elle esattamente come il cavallo negli scacchi.
- Padati (Fante): si muove e cattura come le pedine negli scatti ma non ha il balzo di casella iniziale come nella versione moderna.