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Videogiochi

Clair Obscure Expedition 33: tra i dirigenti del progetto anche un cane

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Fabio Scapellato

Clair Obscure: Expedition 33 non smette di sorprendere la platea videoludica con soluzioni ingegnose, idee innovative e qualche curiosità stravagante come la presenza di un cane tra i dirigenti del progetto.

Per anni ho sentito dire ad appassionati di videogame ed esperti del settore che “Ormai i giochi sono tutti uguali” e anche “Non c’è più l’innovazione e l’originalità di un tempo”, frasi con cui mi trovavo solo parzialmente d’accordo, poiché se è vero che una parte dell’industria, quella “Istituzionalizzata”, è sempre alla ricerca del profitto con l’usato sicuro, c’è sempre qualcuno in grado di sorprendere e tirar fuori dal cilindro la novità.

Clair Obscure Expedition 33: tra i dirigenti del progetto anche un cane – expedition33.com – gotfrag.it

Esempi ce ne sono parecchi anche ai giorni nostri, dallo stracitato Dark Soul, passando per il bizzarro Death Stranding (non è un’offesa ma l’aggettivo più calzante) e il punitivo ma sorprendete Returnal, fino ad arrivare all’immenso e fuori scala Baldur’s Gate III. Gli esempi citati fanno parte solo dei tripla A, ma se andiamo a pescare tra gli indie e i doppia A di originalità e innovazione se ne trova a iosa.

Il 2025 in tal senso ne è stata l’ennesima dimostrazione, con l’uscita dell’onirico e meraviglio Blue Prince, quella dell’adrenalinico e spiazzante Split Fiction, ma soprattutto con quella di Clair Obscure: Expedition 33, gioco in grado di dimostrare che JRPG possono vendere anche oggi e che possono essere innovati (capito Square-Enix?) e resi coinvolgenti nel gameplay senza ibridazioni tendenti all’action puro.

Ciò che fa riflettere di questo progetto, però, è un altro dettaglio: gli sviluppatori sono ex dipendenti Ubisoft che sono usciti dal colosso francese allo scopo di realizzare un progetto a cui tenevano, differente dalle richieste dell’azienda che punta a massimizzare i profitti con giochi tutti uguali, contenenti qualsiasi cosa sia piaciuta al pubblico negli anni per non scontentare nessuno, ma proprio per questo privi di un’anima e di una coerenza artistica e produttiva.

Clair Obscure e il curioso dettaglio sul cane dirigente

I meriti e le qualità di questo gioco sono infiniti, dalla direzione artistica fuori scala alla narrazione profonda e coinvolgente, dall’art design ispirato alla solidità tecnica, dal gameplay tradizionale e insieme innovativo ad un sistema di progressione sfaccettato e altamente personalizzabile.

Clair Obscure e il curioso dettaglio sul cane dirigente – X @expedition33 – gotfrag.it

Clair Obscure sta ai JRPG come Baldur’s Gate III sta ai gdr a turni europei, è il metro di paragone e la via da seguire per chi ama questo genere di giochi e vuole farli prosperare nell’industria. Ma ha anche un merito in più rispetto all’illustre predecessore, è stato realizzato da 30 sviluppatori con un budget ridotto e senza richiedere fondi ai giocatori, dimostra dunque che per fare un gioco rifinito in ogni dettaglio non sono necessari tempi biblici e fondi infiniti.

Il segreto di questo successo è il cuore degli sviluppatori, l’amore per un progetto che sentivano proprio e volevano produrre ad ogni costo. Lo si evince dalla cura per i minimi dettagli, come la presenza di un easter egg nella villa scoperto da alcuni giocatori. Il maniero presenta diversi quadri e su alcuni di essi si trova il ritratto di un cane che nel collare ha una campanella simile all’arma di Monoco (personaggio opzionale sbloccabile esplorando).

Clair Obscure e il curioso dettaglio sul cane dirigente – expedition33.com – gotfrag.it

Ovviamente non si tratta di una coincidenza, basta andare sul sito web degli sviluppatori, cliccare sulla pagina del team e vedere che alla voce “Happiness Manager” spunta un cane di nome Monoco. Il ritratto è un omaggio al cagnolino che li ha accompagnati in questo viaggio, così come il nome del personaggio all’interno del gioco.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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